Appuntamento nel Salotto di Strade di Siena con Luca Gregorio

Silvia Livoni

Le motivazioni che ci spingono verso uno sport piuttosto che un altro possono essere svariate. Spesso accade che qualcuno ci affascini con le proprie gesta, raccontando le esperienze personali sui percorsi del cuore, o capita che si diventi un appassionato ascoltando e leggendo le imprese dei campioni. In tali occasioni il telecronista diventa l’ambasciatore ideale di fatica, sacrifici, eccitamento, gioie e lacrime di un mondo riservato ai professionisti, ed il pubblico riesce a viverli grazie ad una voce, al racconto. Telecronaca dopo telecronaca Luca Gregorio ha fatto avvicinare sempre più persone al mondo della bicicletta, spesso insieme a Riccardo Magrini, sono le voci del ciclismo conducendo con goliardia, simpatia e professionalità le grandi classiche, il Giro d’Italia, Il Tour de France e tante altre competizioni, riuscendo a trasformare anche le gare più noiose in momenti esilaranti creando un rapporto unico e diretto con gli spettatori. Che sia ascoltandolo in tv, leggendo l’ultimo suo libro “Vicino alle Nuvole”, ascoltando i suoi podcast o seguendolo sui social per vedere dove lui stesso pedala, Luca Gregorio ci regala entusiasmo e recentemente ha pedalato proprio sulle Strade di Siena.

SdS: TI ricordi la tua prima bicicletta?

La mia prima bici da corsa è stata una Ciocc usata di alluminio che mi ha regalato mio suocero nel 2009, con rapporto 53-39 davanti e credo 28 dietro. Avevo ancora le gabbiette per poter pedalare con le scarpe da ginnastica perché avevo paura di usare quelle da corsa. Ero un cicloamatore anacronistico. Però voglio ricordare anche la mia prima mtb verde acqua con copertoni un po’ più sottili, perché è quella che ho utilizzato per fare i miei primi veri giri in bici con mio papà e sulla Panoramica di Pesaro.

SdS: Che tipo di ciclista sei?

Bella domanda. Non sono un cicloamatore fissato ma non sono nemmeno un cicloturista. Direi una via di mezzo. Da 4-5 anni il ciclismo è diventato il mio primo sport praticato, ma non faccio granfondo, non me ne frega nulla di watt e tempi (non uso Strava tanto per dire) ma non posso nemmeno dire di avere un’andatura da cicloturista. Ormai faccio sui 12mila km l’anno, adoro andare in salita e fare dislivello ma al contempo lo faccio per fare foto, godermi i panorami di colline e montagne e quando posso vado sempre alla ricerca di nuovi posto e nuovi percorsi.

SdS: Andare in bicicletta per te è?

Quando pedalo sto bene. Sento proprio una sensazione di benessere. Respiro il silenzio, perché spesso pedalo da solo. E pedalare per me diventa una forma di preghiera, in un mondo dove tutto corre troppo rapidamente e in modo frenetico. E’
uno sport che ti permette di pensare, meditare, riflettere, ammirare il creato e vivere la vita al giusto ritmo.

SdS: Solitamente pedali solo, in coppia o con amici?

Prevalentemente da solo o in coppia. La bicicletta è ovviamente anche amicizia e condivisione, però mi piace farlo uscendo al massimo in quattro persone, perché hai veramente il tempo e il modo di parlare, confrontarti, aggiornarti con le persone con cui esci. Non sopporto le uscite in gruppo e infatti credo di non averle mai fatte. Non mi sento a mio agio, mi sembrano molto spersonalizzate, caotiche e, onestamente, non ne capisco molto il senso. Tre, probabilmente, è il numero perfetto (non a caso è un numero biblico).

SdS: Che itinerari hai già pedalato nella provincia senese e che percorsi vorresti scoprire?

Ho avuto la fortuna e il piacere di battere un po’ di zone del Chianti e delle crete senesi, sia su strada bianca che asfaltata. Grazie ai percorsi della rete Sweet Road ho ammirato le bellezze attorno a Castelnuovo della Berardenga, Rapolano Terme e Sinalunga. Se devo scegliere un luogo-perla dico senza dubbio la Certosa di Pontignano, semplicemente magica. Ho fatto però anche uno splendido anello che mi ha portato all’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore e a Montalcino, fra colori, colline e panorami veramente da cartolina. Non male nemmeno la zona di San Gimignano e Certaldo. Come percorso da scoprire vorrei fare la salita del Monte Amiata. L’ho sempre vista da lontano e ci sono passato sotto in macchina, ma vorrei provarne l’ebbrezza in bici.

SdS: Hai una routine quando esci in bici?

Onestamente no. La mia unica routine è fare sempre almeno una foto. Per immortalare l’uscita e perché ogni volta c’è un dettaglio che mi cattura o una sfumatura di cielo che mi rapisce l’anima.

SdS: Cibi e vini abbinati alla bicicletta?

Non ci ho mai pensato veramente perché, ripeto, non ho la visione da cicloturista. Però posso dire senza discussioni che bersi una birra a fine giro è una delle cose che mi generano maggior godimento. Sono uno ruspante e genuino e quindi ci abbinerei sempre una piadina o un piatto di pasta bello ricco e come vino, se proprio dovessi preferirlo alla birra, sempre uno con bollicine. Bianco s’intende.

SdS: Quali sensazioni ed emozioni caratterizzano le tue uscite in bici?

Bellissima domanda. Prima di tutto gioia. Quando pedalo esco mentalmente dalla routine quotidiana e quindi sono felice. Un po’ meno quando mi tocca pedalare solo in pianura, ma è pur sempre un momento di evasione. Poi la leggerezza. In bici ti sembra di essere quasi sospeso in un’altra dimensione, proprio perché sei fuori dallo spazio e dal tempo soliti. Terza cosa lo stupore. Io pedalo per allenarmi, per star bene fisicamente e mentalmente, ma se ad ogni giro non avessi gli occhi pronti a stupirsi o emozionarsi per qualcosa che riescono a cogliere, beh allora credo che pian piano perderei il gusto delle uscite. E infine il gusto della fatica. La salita è perfetta metafora della vita. Senza fatica e sudore non ottieni nulla nella vita di tutti i giorni. Senza fatica in bici non puoi arrivare in cime alle grandi montagne e goderti il panorama. Adoro faticare pensando alla ricompensa visiva che troverò lassù.

Bio
Luca Gregorio, telecronista di ciclismo per Eurosport dal 2018 e volto di Bike Channel dal 2013, è nato a Milano nell’agosto del 1981. Diplomato al liceo classico e laureato in Scienze della Comunicazione, ha lavorato per tantissime testate, fra cui Mediaset, Sportitalia e Prime Video. È diventato negli ultimi anni anche un grande pedalatore. Ama le salite e i grandi panorami che la bicicletta sa offrire. Un giorno spera di poter seguire come commentatore dal vivo il Tour de France. Suona la chitarra e canta e con Riccardo Magrini ha dato vita al gruppo Cane Vecchio Sa-und, andando in giro per l’Italia a fare serata di musica e ciclismo.

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