Il rapporto di Siena con la Vergine Maria è stato e continua ad essere un filo conduttore nella storia della città ed ebbe la sua consacrazione definitiva nel 1260, anno della celebre battaglia di Montaperti, in cui i senesi piegarono le truppe fiorentine, militarmente più forti. Alla vigilia dello scontro, i cittadini si riunirono in Duomo a pregare la Vergine, offrendoLe le chiavi della città e invocando la Sua protezione.
Il Comune inoltre rendeva obbligatoria ai Signori delle terre sottomesse la donazione annuale di ceri in occasione della festa dell’Assunta, ribadendo in tal modo la volontà di affidamento alla Madonna, protettrice della città. Tale cerimonia continua a ripetersi ancora oggi con il corteo dei Ceri e dei Censi, che ha luogo ogni anno alla vigilia dell’Assunzione, in cui rappresentanti, oggi del Comune e delle Contrade, portano in Duomo ceri da offrire alla Celeste Patrona.
Percorrendo le strade della città, capita di imbattersi in numerosi tabernacoli viari dedicati alla Madonna. L’8 settembre di ogni anno, festa della di Lei natività, i bambini delle diciassette Contrade fanno a gara ad abbellire con i disegni e i festoni più belli il tabernacolo presente nel loro rione. E’ questa una tradizione molto cara ai Senesi, che contribuisce ancora oggi a rendere sempre vivi l’amore e la devozione per la loro Protettrice.
Aree Attraversate
Di Siena e della sua armoniosa bellezza, hanno scritto in tanti, in tutti i tempi, ed è difficile inventarsi parole nuove per descriverne il fascino, soprattutto se non si è poeti. L’UNESCO l’ha dichiarata nel 1995 Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
José Saramago, scrittore portoghese e premio Nobel, era innamorato della Città e le ha dedicato parole che la descrivono con pennellate di emozione e passione profonde:
“Ed ecco Siena, la beneamata, la città dove il mio cuore si compiace veramente”. “Le tre colline su cui è costruita ne fanno una città dove non esistono due strade uguali, tutte contrarie ad assoggettarsi a qualsiasi geometria”. “Questo meraviglioso colore, il colore del corpo brunito dal sole, ma che è anche il colore della crosta del pane di granturco, questo colore meraviglioso va dalle pietre alla strada e ai tetti, addolcisce la luce del sole e si cancella dal viso le ansie e i timori”.
“Non può esservi nulla di più bello di questa città”. Piazza del Campo “una piazza inclinata e curva come una conchiglia, che i costruttori non vollero spianare ed è rimasta così, come se fosse un grembo”.
“Guardo i vecchi palazzi di Siena, case antichissime dove vorrei poter vivere un giorno, con una finestra tutta mia, affacciata sui tetti color argilla, sulle persiane verdi delle finestre, come nel tentativo di decifrare da dove venga questo segreto che Siena mormora e che io continuerò a sentire, benché non lo capisca, fino alla fine della vita”.