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Pievi, Ville e Castelli

Porta Tufi è una delle porte di accesso alla città La torretta sopra l’arco a tutto sesto costituisce la caratteristica della porta, anche se la bertesca e la caditoia furono ripristinate solo con i restauri effettuati tra il 1933 e il 1936, quando furono aperti i due passaggi pedonali al lato.

Oltrepassata Porta Tufi, ci troviamo immersi, come per incanto, nella campagna che in questa zona va letteralmente ad accarezzare la città.

Il Castello di Belcaro, fondato alla fine del XI secolo dalla famiglia senese dei Marescotti, nel 1376 fu coinvolto e distrutto, come capitava alle fortificazioni e alle strutture più imponenti del territorio, in uno dei tanti scontri bellici. Dopo che i Salimbeni prima ed i Salvini poi lo ebbero ricostruito, venne donato a Santa Caterina da Siena che lo trasformò nel convento di Santa Maria degli Angeli.

La Villa Chigi Farnese, Splendida Villa cinquecentesca, il cui progetto è tradizionalmente attribuito all’architetto Baldassarre Peruzzi è circondata da un grande giardino e per la sua forma monumentale è un tipico esempio di villa suburbana destinata al riposo. Perfettamente integrata con la campagna circostante, attualmente è proprietà dello Stato e del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali e, dal 1990, ne è concesso l’uso all’Università degli Studi di Siena.

Pieve di San Giovanni Battista a Ponte allo Spino, Ricordata dal 1189, costituisce uno degli edifici romanici più interessanti del senese. il recente ritrovamento nel cortile della chiesa di mosaici romani datati al I secolo d.C. rende verosimile l’ipotesi che qui fosse stato costruito uno dei primi fonti battesimali dell’area senese. Il complesso religioso è senza dubbio uno dei più interessanti dell’intera Toscana.

Villa di Toiano, La Villa è immersa nella campagna toscana, a pochi chilometri da Siena. E’una magnifica struttura caratterizzata da terrazze fiorite che offrono una vista mozzafiato su una vallata ricca di verde e di storia

Poco lontano troviamo il “Palazzaccio di Toiano”, un tempo castello dell’omonimo borgo, struttura di chiaro impianto medievale di cui rimangono precise testimonianze.

Tutti questi siti sono inseriti all’interno di un territorio che si distende ai confini tra i comuni di Siena e Sovicille, al limitare dei boschi che ricoprono il versante occidentale della Montagnola Senese e della piana di Rosia, una vasta pianura determinata dal fiume Merse che lambisce i centri di Sovicille e Rosia (da ricordare la pieve di San Giovanni Battista, documentata già nell’XI secolo) e dove si trova il piccolo aeroporto di Ampugnano che è stato di recente al centro di un aspro dibattito che ha portato, per il momento, a sospendere qualsiasi intervento di ampliamento.

Aree Attraversate

Di Siena e della sua armoniosa bellezza, hanno scritto in tanti, in tutti i tempi, ed è difficile inventarsi parole nuove per descriverne il fascino, soprattutto se non si è poeti. L’UNESCO l’ha dichiarata nel 1995 Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

José Saramago, scrittore portoghese e premio Nobel, era innamorato della Città e le ha dedicato parole che la descrivono con pennellate di emozione e passione profonde:

“Ed ecco Siena, la beneamata, la città dove il mio cuore si compiace veramente”. “Le tre colline su cui è costruita ne fanno una città dove non esistono due strade uguali, tutte contrarie ad assoggettarsi a qualsiasi geometria”. “Questo meraviglioso colore, il colore del corpo brunito dal sole, ma che è anche il colore della crosta del pane di granturco, questo colore meraviglioso va dalle pietre alla strada e ai tetti, addolcisce la luce del sole e si cancella dal viso le ansie e i timori”.

“Non può esservi nulla di più bello di questa città”. Piazza del Campo “una piazza inclinata e curva come una conchiglia, che i costruttori non vollero spianare ed è rimasta così, come se fosse un grembo”.

“Guardo i vecchi palazzi di Siena, case antichissime dove vorrei poter vivere un giorno, con una finestra tutta mia, affacciata sui tetti color argilla, sulle persiane verdi delle finestre, come nel tentativo di decifrare da dove venga questo segreto che Siena mormora e che io continuerò a sentire, benché non lo capisca, fino alla fine della vita”.

La Val di Merse è il respiro delle Terre di Siena, è linfa, è sosta, riposo. E’ macchia mediterranea e giallo di ginestre, greto di fiumi, a volte torrenziali a volte placidi, regno di animali selvatici e liberi.

Tra i boschi, piccoli paesi fermi nel tempo, che niente hanno concesso alla modernità. Nel verde i tesori dell’acqua: resti di mulini che nel medioevo fecero l’economia di questa terra, acque termali dove si sono bagnati secoli di generazioni e di popoli, luoghi dove hanno lasciato tracce, persino nel dna degli abitanti, civiltà misteriose come quella etrusca, piccole pievi romaniche, castelli diroccati. Architetture sorprendenti a queste latitudini: ville signorili e giardini all’italiana, chiostri di monasteri dal fascino orientale come illustrazioni de “le mille e una notte” , mura di potenti abbazie che, ancora, nel silenzio, dominano il territorio e irradiano misticismo, eremi là dove leggendari cavalieri deposero le armi e cambiarono la propria vita lasciando tracce che a noi appaiono cariche di simbologia.

Distesa di colori che riposano gli occhi, suoni d’acqua e silenzio, odore di terra e profumo di salmastro nella brezza che viene dal mare poco lontano, sapore di frutti del bosco.