Dante sulla Francigena – Colle val d’Elsa
Suggestivo borgo, ricco di storia, terra di arte e mestieri Colle Val d’Elsa è famosa oggi per essere la “Città del Cristallo” . Nel corso dei secoli il borgo per la sua posizione a metà strada tra Firenze e Siena, è stata oggetto dell’antica rivalità tra le due città, che si sono alternate il suo controllo.
Il 17 giugno 1269 il Colle Val d’Elsa fu teatro di uno scontro avvenuto tra i ghibellini di Siena e le truppe fiorentine guelfe, ricordato nella Divina Commedia
L’episodio è narrato da Dante nella cornice degli invidiosi dalla gentildonna senese Sapia, moglie di Guinibaldo Saracini e zia di Provenzano Salvani, il quale con Guido Novello, era alla guida delle truppe senesi. Sapia vide probabilmente lo scontro poiché viveva confinata a Colle, essendo stata bandita da Siena a causa della sua fede guelfa. Nei versi danteschi la senese Sapia esprime la propria gioia per la sconfitta subita dai concittadini ghibellini da parte dei fiorentini guelfi.
Io fui sanese”, rispuose, “e con questi/altri rimendo qui la vita ria,/lagrimando a colui che sé ne presti.
Savia non fui, avvegna che Sapìa/fossi chiamata, e fui de li altrui danni/più lieta assai che di ventura mia.
E perché tu non creda ch’io t’inganni,/odi s’i’ fui, com’io ti dico, folle,/già discendendo l’arco d’i miei anni./
Eran li cittadin miei presso a Colle/in campo giunti co’ loro avversari,/e io pregava Iddio di quel ch’e’ volle.
Rotti fuor quivi e vòlti ne li amari/passi di fuga; e veggendo la caccia,/letizia presi a tutte altre dispari
Tanto che volsi su l’ardita faccia/gridando a Dio: Omai più non ti temo!
Purgatorio canto XIII vv. 108-122
Rispose: “Io fui senese e con questi /altri qui espio le colpe della mia vita, supplicando Dio perché si faccia vedere. /Saggia non fui, sebbene mi chiamassi /Sapia, e fui molto più lieta dei danni /degli altri che della mia fortuna. /E affinché tu non pensi che dica il falso, /ascolta se io fui, come ti dico, folle, /quando ormai avevo già superato la mezza età. /I miei concittadini erano ormai giunti a Colle/sul campo di battaglia davanti ai loro avversari, /e io pregavo per ciò che poi Dio volle. /Qui furono sconfitti e costretti /alla fuga; e vedendo l’inseguimento, /provai una gioia non paragonabile ad altro, /tanto che rivolsi in alto il mio sguardo temerario, gridando a Dio: “ormai non ti temo più”
Percorrendo Via del Castello, il nucleo più antico del borgo alto, quasi davanti alla torre di Arnolfo è presente un’epigrafe che riporta le parole di Sapia.
EPIGRAFE
ERAN LI CITTADINI MIEI PRESSO A COLLE
IN CAMPO GIUNTI CO’ LORO AVVERSARI,
ED IO PREGAVA DIO DI QUEL CH’EI VOLLE.
ROTTI FUR QUIVI E VOLTI SUGLI AMARI
PASSI DI FUGA, E VEGGENDO LA CACCIA
LETIZIA PRESI AD OGNI ALTRA DISPARI.
(DANTE, PURG., c.XIII)
QUI I VERSI DELL’ALIGHIERI
OVE SECONDO LA COSTANTE TRADIZIONE
SAPIA SENESE RISTETTE GUARDANDO LA
MEMORABILE BATTAGLIA DI COLLE DEL 1269
VENNERO TRASCRITTI
Quest’epigrafe sostituisce l’originaria con la stessa iscrizione datata 9 ottobre 1921 e posta in occasione delle celebrazioni dantesche del VI centenario della sua morte.
Sempre nel Castello di Colle Val d’Elsa Sapia ha dato il nome anche ad un bastione.