Dante sulla Francigena – Radicofani
La splendida fortezza di Radicofani ha avuto un ruolo fondamentale nel controllo e difesa dell’antica Via Francigena che attraversava questa zona sud della Val d’Orcia, confine startegico tra il territorio di Siena e lo Stato Pontificio.
Il suo nome è legato alla figura del ribelle ghibellino Ghino di Tacco che, intorno al 1290 occupò il castello di Radicofani e diventandone di fatto il padrone. Qui stabilì il suo quartier generale e la base logistica di rapine, scorrerie e sequestri di persona nelle zone circostanti.
Ghino è stato definito “castigatore di ingiustizie e di potenti”, “audace bandito”oppure semplicemente “brigante gentiluomo”, infatti viene ricordato come una sorta di “Robin Hood” italiano.
Tuttavia Dante venne impressionato dal Ghino “giustiziere”
“Quiv’era l’Aretin che da le braccia/ fiere di Ghin di Tacco ebbe la morte »
Purgatorio VI, vv. 13-14
Qui c’era Benincasa da Laterina (l’Aretino) che trovò la morte per la fiera mano di Ghino di Tacco.
Il sommo poeta cita Ghino di Tacco nel VI canto del Purgatorio, nel girone dei “Morti per forza, o dei Morti di morte violenta”. Siamo nell’antipurgatorio dove l’Alighieri è circondato dalle anime di questi morti che lo pregano di essere ricordati tra i vivi. Tra questi, riconosce Benincasa da Laterina morto proprio per mano di Ghino di Tacco.