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Garibaldi gravel

Garibaldi arrivò a Rapolano il 13 agosto del 1867 per curare i postumi della ferita riportata nella battaglia di Aspromonte e trovò qui sollievo alle sue ferite immergendosi nelle vasche di travertino colme di miracolosa acqua termale. Per questo il percorso che spesso faceva in carrozza fino alle terme o a prendere refrigerio nei boschi ha preso il suo nome.
Recentemente classificato sulla base del format Sweet Road presente un rating molto buono pari a 8.6/10.0 dovuto principalmente al basso traffico di veicoli a motore ed al discreto stato dell’infrastruttura stradale totalmente in asfalto. Buona anche la presenza di infrastrutture per l’accoglienza e servizi per il ciclista con un attrezzato punto di rent bike. Presenza di Bike Point pubblici con colonnette per l’autoriparazione delle bici, informazioni e segnaletica dedicata.
Per il viaggio è consigliabile utilizzare una bici gravel o MTB ma può andar bene anche una classica bici da turismo.

Aree Attraversate

Le Crete Senesi sono paesaggio di terra. Pioggia e vento hanno modellato e disegnato le colline d’argilla come lo scorrere del tempo su un volto le rughe: asprezza e dolcezza, rotondità e spigoli, solchi profondi e leggeri pendii, i segni di una lunghissima vita vissuta intensamente.

Le Crete Senesi sono paesaggio di mare quando, verde d’erba, carezzata dal vento la distesa di colline sembra muoversi: onde, a perdita d’occhio, fino all’orizzonte. Un’illusione di infinito, uno spazio cristallizzato e immobile, che estrania l’anima. Poi… si alza un vento più forte e le nuvole corrono cambiando i colori al paesaggio, si muove un gregge, si riflette il sole sulla finestra di un isolato podere con accanto un cipresso, si aprono sterrati come cicatrici nel verde.

Luoghi ideali se si cerca di allontanarsi dal mondo, come fece Giovanni Tolomei, di importante e ricca famiglia senese, che nel 1313 trovò il suo luogo nel “deserto di Accona”, dove fondò l’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore, non lontano dal tracciato della Via Francigena che si snodava più a valle, dove l’acqua muoveva mulini e dava all’uomo i mezzi per vincere la natura.

Una valle che si è formata dallo stratificarsi dei passaggi dell’uomo, della sua storia, dell’arte, dell’ingegno.

Tracce leggibili lasciate fin dalla preistoria, poi dagli Etruschi, che a lungo hanno dominato queste terre e lasciato testimonianze eccezionali, non solo in necropoli ma anche in città e in opere straordinarie come nel labirinto di Porsenna. Poi castelli e fortezze medievali e bellissime città ingentilite dal fiorire delle arti nel Rinascimento: piazze, strade e palazzi, che è facile immaginare vivaci e animati, scenario di dotte conversazioni tra umanisti, scambi di mercanti, artisti di strada, teatranti e poeti. E una campagna mutata nel tempo che è oggi produttiva e famosa per alcune eccellenze, quali vini “nobili” e carni pregiate, di una razza bovina autoctona, conosciuta da 2.000 anni ed ancora allevata in modo rigoroso e amorevole per la tutela di un vero e proprio simbolo di questa terra, il “gigante bianco”.

L’altro elemento caratterizzante la Val di Chiana, ancora una volta indissolubilmente legato all’uomo e alla sua storia, è l’acqua. L’acqua dei “chiari”, i laghi, specchi del cielo per gli etruschi, residui della palude che caratterizzava la valle ed oggi preziose riserve naturali. Proprio nella bonifica della palude si è espresso al massimo l’ingegno dell’uomo, nel trasformare un luogo inospitale e malsano in una valle fertilissima, cambiando l’economia della zona e la vita e la storia degli abitanti. Gli interventi ingegneristici e idraulici , le scelte architettoniche delle e nelle costruzioni dell’epoca della bonifica, hanno modificato, caratterizzandolo, anche il paesaggio, rendendolo, in qualche modo, unico.