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Grand Tour della Val di Merse

Il Grand Tour della Val di Merse è un itinerario Cicloturistico completamente segnalato di circa 173km con 3100m d+ che vi permetterà di scoprire il cuore autentico e prezioso della Toscana. I borghi medievali di Chiusdino, Monticiano, Murlo, Sovicille, Casole d’Elsa e Radicondoli non sono artefatte attrazioni per turisti: qui pietre e persone vivono la loro quotidianità come isole perfettamente integrate in un’atmosfera che conserva gelosamente qualcosa di antico e genuino.

Oggi quest’area affascinante conosce solo pace sconfinata e offre strade da sogno a tutti i cicloturisti curiosi di pedalare alla ricerca di piccoli segreti e grandi scoperte.

L’itinerario si sviluppa al 90% su strade secondarie a basso indice di traffico, da pedalare in uno o più giorni di puro piacere cicloturistico, distendendosi su una vasta area che dal cuore della Montagnola Senese arriva alle propaggini meridionali delle vallate dell’Elsa e del Cecina, rotolando a sud fino alla Valle dell’Ombrone, lambendo la parte settentrionale della Maremma grossetana, per poi attraversare lo scenografico mare di argilla delle Crete Senesi che ci accompagna fino alle porte di Siena.

In un territorio tipicamente collinare caratterizzato da una varietà sorprendente di ambienti naturali scoprire la Val di Merse in bicicletta è il miglior modo per apprezzare i tesori naturali e artistici che questa terra timida e meravigliosa è in grado di offrire.

Aree Attraversate

La Val di Merse è il respiro delle Terre di Siena, è linfa, è sosta, riposo. E’ macchia mediterranea e giallo di ginestre, greto di fiumi, a volte torrenziali a volte placidi, regno di animali selvatici e liberi.

Tra i boschi, piccoli paesi fermi nel tempo, che niente hanno concesso alla modernità. Nel verde i tesori dell’acqua: resti di mulini che nel medioevo fecero l’economia di questa terra, acque termali dove si sono bagnati secoli di generazioni e di popoli, luoghi dove hanno lasciato tracce, persino nel dna degli abitanti, civiltà misteriose come quella etrusca, piccole pievi romaniche, castelli diroccati. Architetture sorprendenti a queste latitudini: ville signorili e giardini all’italiana, chiostri di monasteri dal fascino orientale come illustrazioni de “le mille e una notte” , mura di potenti abbazie che, ancora, nel silenzio, dominano il territorio e irradiano misticismo, eremi là dove leggendari cavalieri deposero le armi e cambiarono la propria vita lasciando tracce che a noi appaiono cariche di simbologia.

Distesa di colori che riposano gli occhi, suoni d’acqua e silenzio, odore di terra e profumo di salmastro nella brezza che viene dal mare poco lontano, sapore di frutti del bosco.

Di Siena e della sua armoniosa bellezza, hanno scritto in tanti, in tutti i tempi, ed è difficile inventarsi parole nuove per descriverne il fascino, soprattutto se non si è poeti. L’UNESCO l’ha dichiarata nel 1995 Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

José Saramago, scrittore portoghese e premio Nobel, era innamorato della Città e le ha dedicato parole che la descrivono con pennellate di emozione e passione profonde:

“Ed ecco Siena, la beneamata, la città dove il mio cuore si compiace veramente”. “Le tre colline su cui è costruita ne fanno una città dove non esistono due strade uguali, tutte contrarie ad assoggettarsi a qualsiasi geometria”. “Questo meraviglioso colore, il colore del corpo brunito dal sole, ma che è anche il colore della crosta del pane di granturco, questo colore meraviglioso va dalle pietre alla strada e ai tetti, addolcisce la luce del sole e si cancella dal viso le ansie e i timori”.

“Non può esservi nulla di più bello di questa città”. Piazza del Campo “una piazza inclinata e curva come una conchiglia, che i costruttori non vollero spianare ed è rimasta così, come se fosse un grembo”.

“Guardo i vecchi palazzi di Siena, case antichissime dove vorrei poter vivere un giorno, con una finestra tutta mia, affacciata sui tetti color argilla, sulle persiane verdi delle finestre, come nel tentativo di decifrare da dove venga questo segreto che Siena mormora e che io continuerò a sentire, benché non lo capisca, fino alla fine della vita”.

Il profilo delle torri di San Gimignano, su un cielo di inizio estate all’imbrunire, potrebbe essere l’immagine iconica di questa terra, ma c’è altro e di più da cercare e trovare in Val d’Elsa, oltre a gioielli d’arte come Colle Val d’Elsa, Monteriggioni e la conosciutissima San Gimignano.

La Val d’Elsa è terra semplice, dolce e profumata di Vernaccia; è terra di gente operosa, che ha disegnato con il lavoro colline di olivi e vigne e ha dato vita, nei secoli e sfruttando quanto offriva la natura, a cartiere, cristalli preziosi ed opere d’arte; è patria di un genio precursore quale Arnolfo di Cambio, architetto, scultore e pittore.

La Val d’Elsa è un regalo per chi non si accontenta di viaggiare in superficie. Allontanandosi dagli angoli più conosciuti, dagli “scorci da cartolina”, si può ritrovarsi in cammini da sogno, in una campagna solare e aperta, dove le colline sembrano cullarti e la pietra di poderi, pievi e piccoli borghi ti accoglie, ti invita ad una sosta, ti chiede di prenderti tempo, di riprenderti il tempo.